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Chi sa fa, chi non sa insegna

By On 24 giugno

"Ciao Cris, per caso tu conosci xxxxxx ?"
"No perché?", 
"Tiene un corso che mi interessa. Pensavo di iscrivermi ... ti giro il link, dimmi cosa pensi".

Clicco sul link. Si apre una home page accattivante piena di icone colorate, uno di quei siti che "fanno figo" per intenderci.

Esploro velocemente il sito, poi vado alla pagina del corso.
Leggo. Rileggo una seconda volta e poi una terza, un fiume di frasi ad effetto copia-incollate da altri siti web.

Ci trovo anche qualcosa di mio ... Di solito mi fa  piacere che altri usino la farina del mio sacco, vuol dire che è di qualità, ma qui ... Insomma, parliamoci chiaro, usasse ciò che copia per imparare, ma non fa nemmeno quel piccolo sforzo ... Ha trasformato qualcosa di buona in spazzatura.

Riavvio Telegram e digito velocemente: "Lascia perdere, non varrebbe la pena di iscriversi a questo corso nemmeno se ti pagassero per farlo ..."

Chi sa fa, chi non sa insegna...

Pubblicare un video su YouTube non fa di noi esperti di marketing, avere una profilo Facebook con 3000 amici non fa di noi dei social media manager, scrivere un tweet non fa di noi dei giornalisti, commentare post di ricercatori su LinkedIn non fa di noi dei comunicatori scientifici ...

Potrei continuare all'infinito, il web è pieno di questa spazzatura e purtroppo non si è ancora arrivati alla punta dell'iceberg.

Dedicato a te che non sai, ma insegni.





La droga si compra con la carta di credito

By On 24 giugno



Madre e figlio discutono la cronaca locale.

Impossibile ignorare il loro vociare concitato, così appoggio il libro e mi accingo ad ascoltare quegli sconosciuti chiassosi e sboccati, che sostituiscono la punteggiatura con imprecazioni mentre dispensano perle di saggezza come: "#*#! Nessuno nasce imparato #***! "

L'oggetto del loro interesse è la notizia del fermo di alcuni minorenni che spacciavano droga ai compagni di scuola.  Ma non è sul come questi ragazzini siano diventati dei pusher che si stanno interrogando, la loro attenzione è tutta sugli acquirenti.

"Come #!**% fanno dei ragazzini a comprare la droga" - sbotta la madre - " Chi #!**% gli dà i soldi per comprarla? A quell'età non possono procurarsi i soldi"

Il figlio, più "imparato" su come va il mondo, risponde: "Guarda che i ragazzi adesso comprano quello che vogliono con la carta di credito della nonna"

Trattengo a stento una risata pensando agli spacciatori che accettano le contact-less: Come è cambiato il mondo! Ai miei tempi la carta veniva usata per preparare le piste di coca :D

Povero cucciolo abbandonato in casa

By On 24 giugno

Condominio al mare, le famiglie si avvicendano ogni settimana. Da qualche giorno è arrivata una famiglia con due ragazze adolescenti e un cane.
Il regolamento condominiale vieta di portare animali, ma si sa tutti lo fanno e comunque non hanno mai dato fastidio a nessuno.
Questo però è un caso diverso, questa famiglia il cane non lo porta nella doggy beach, lo lascia solo in un piccolo caldo appartamento. Lo so perché lo sento piangere tutto il giorno.

Non posso più tollerarlo. Non parlo del cane, parlo del fatto che lo trascurino così.

Fermo le due ragazze mentre stanno aspettando l'ascensore e chiedo a bruciapelo: "È  vostro il cane che si sente abbaiare?
"Sì, perché?" mi risponde una delle due ragazze.
"Perché volevo avvisarvi che appena lo lasciate solo inizia ad abbaiare e guaire senza sosta e non smette fino a che non tornate"
Ride e minimizza:"Ma porti pazienza, tanto tra tre giorni ce ne andiamo"
Che razza di risposta è questa - mi chiedo - anzi glielo chiedo, e ribadisco: "Guardi che il cucciolo abbaia giorno e notte"
"E noi che cosa ci possiamo fare?"
"Non lo so, dovreste saperlo voi, il cane è vostro"
"Ma è un cane non si può farlo smettere di abbaiare", risponde con strafottenza guardandomi con la condiscendenza che si riserva a chi proprio non ci arriva.
La tentazione di risponderle male è grande, ma mantengo la calma e le dico: "Forse se non lo lasciaste continuamente solo non abbaierebbe così, magari potreste portarlo con voi ogni tanto".
Lei sbuffa e mi chiede sprezzante: "Scusi, ma lei ce l'ha un cane?"
"No" - rispondo - "Non più, ma quando ce l'avevo me ne prendevo cura".
Mi guarda dall'alto in basso, sbuffa infastidita per l'ennesima volta e se ne va.

Il cane intanto,  solo nell'appartamento, riprende il suo lamento straziante ...

Sacchetti biodegradabili o verdure prezzate una a una?

By On 04 gennaio
Il balzello dei sacchetti di plastica ci ha fatti arrabbiare, ammettiamolo! Agli aumenti di inizio anno delle bollette siamo abituati, come siamo abituati a tutta quella serie di aumenti a catena che derivano dall'adeguamento delle tariffe autostradali, e siamo abituati ad affogare nelle tasse ... Accettiamo tutto con rassegnazione, ma il balzello sul sacchetto questo proprio no!

Non ne facciamo una questione di soldi, ma di principio.

Perché questa volta è diverso, questa volta non ci sentiamo impotenti davanti a questo Stato corrotto che erode i nostri risparmi, questa volta sentiamo in cuor nostro di poter fare qualcosa. Qualcosa di piccolo come prezzare le arance una ad una, ma pur sempre qualcosa. Insomma, questa volta ognuno di noi può protestare rallentando le code alla cassa e mandando un segnale senza bisogno di scendere in piazza.

E allora ecco che mentre i giornali si affannano per rassicurarci sul fatto che questa legge non è affatto una regalia a Catia Bastioli - AD di Novamont, unica azienda produttrice del sacchetto obbligatorio - noi facciamo la coda pazienti per prezzare singolarmente ogni frutto e vegetale del nostro carrello e guardiamo con disapprovazione chi usa il sacchetto.

A nulla vale che il poverello di turno si giri e con sguardo di scusa ci dica: "Mi scusi, ma sa io poi questi sacchetti li uso per riciclare l'umido", noi abbiamo la risposta pronta: "Non può riciclarli nell'organico con l'etichetta sopra!"

Ma girando per i supermercati c'è anche chi dimostra di aver letto la famosa Direttiva Europea alla quale il nostro governo dice di essersi adeguato, e di aver capito che la riduzione dell'uso dei sacchetti di plastica può essere promossa con scelte altrettanto ecologiche anziché con balzelli dal sapore medievale.
Immagine di Lucia Borgonzoni - Link all'originale 

A nessuno piace sentirsi trattati da stupido da una legge lo obbliga a fare ciò che farebbe volentieri  per  senso di responsabilità civica se solo glielo chiedessero. Ma che siamo sostenitori del #boicottmarketbag o paladini difensori della Legge, con tutta questa polemica ci stiamo allontanando dal problema principale e - così come è già successo per i vaccini - anziché cercare soluzioni ci riversiamo nei social media dove ci schieriamo in fazioni e passiamo il tempo ad offenderci a vicenda.
Per cui smettiamola di fare il loro gioco, smettiamola con le offese, ma attiviamoci e chiediamo ai nostri supermercati di offrirci soluzioni alternative, oppure torniamo dal nostro caro vecchio fruttivendolo che ancora ci permette di usare la nostra borsa di tela.



Punti di vista

By On 15 novembre
Lo ammetto oggi è una di quelle giornate in cui non mi riesce di tenere la bocca chiusa. Vorrei impormi di farlo, ma la petulante che è in me emerge mio malgrado.

Di solito non mi fermo agli stand promozionali all'interno dei supermercati, ma quella ragazza mi ha provocata con il suo slogan .
"Signora!" -  Ha quasi urlato con la sua voce squillante - "Vuole provare il nostro nuovo shampoo naturale? È completamente privo di chimica!"
Lo so avrei dovuto sorridere consenziente come al solito e passare oltre e invece no! Ho guardato quella povera vittima sacrificale, le ho sorriso pregustando la discussione,  e ho detto: "Se è naturale, allora è chimica!"
"No, no!" - risponde subito lei- "Le assicuro che è completamente privo di chimica!"

Senza addentrarmi in una dettagliata descrizione della composizione in elementi di un corpo umano le faccio notare che noi stessi "siamo chimica" e che il prodotto che lei sponsorizza è probabilmente un prodotto con tensioattivi vegetali, ma sicuramente non privo di chimica.
Lei non si sposta dalla sua posizione e mi fa vedere l'etichetta del flacone nel tentativo di convincermi.
Non demordo, ma lei rinuncia quasi subito a controbattere, mi lancia uno sguardo scocciato e si gira per richiamare l'attenzione di un altra cliente.
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Circa mezz'ora dopo mi fermo a prendere il caffè al bar del centro commerciale,  intravedo la ragazza dello shampoo "senza chimica" seduta ad un tavolino vicino al bancone con un'altra promoter.
Mentre aspetto di essere servita la sento dire: "Mi è capitata una vecchia scema che mi ha tirato un pacco sulla chimica. Ho provato a spiegarle il prodotto, ma non capiva niente!"

Sorrido.  È una questione di punti di vista ;)