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Sacchetti biodegradabili o verdure prezzate una a una?

Il balzello dei sacchetti di plastica ci ha fatti arrabbiare, ammettiamolo! Agli aumenti di inizio anno delle bollette siamo abituati, come siamo abituati a tutta quella serie di aumenti a catena che derivano dall'adeguamento delle tariffe autostradali, e siamo abituati ad affogare nelle tasse ... Accettiamo tutto con rassegnazione, ma il balzello sul sacchetto questo proprio no!

Non ne facciamo una questione di soldi, ma di principio.

Perché questa volta è diverso, questa volta non ci sentiamo impotenti davanti a questo Stato corrotto che erode i nostri risparmi, questa volta sentiamo in cuor nostro di poter fare qualcosa. Qualcosa di piccolo come prezzare le arance una ad una, ma pur sempre qualcosa. Insomma, questa volta ognuno di noi può protestare rallentando le code alla cassa e mandando un segnale senza bisogno di scendere in piazza.

E allora ecco che mentre i giornali si affannano per rassicurarci sul fatto che questa legge non è affatto una regalia a Catia Bastioli - AD di Novamont, unica azienda produttrice del sacchetto obbligatorio - noi facciamo la coda pazienti per prezzare singolarmente ogni frutto e vegetale del nostro carrello e guardiamo con disapprovazione chi usa il sacchetto.

A nulla vale che il poverello di turno si giri e con sguardo di scusa ci dica: "Mi scusi, ma sa io poi questi sacchetti li uso per riciclare l'umido", noi abbiamo la risposta pronta: "Non può riciclarli nell'organico con l'etichetta sopra!"

Ma girando per i supermercati c'è anche chi dimostra di aver letto la famosa Direttiva Europea alla quale il nostro governo dice di essersi adeguato, e di aver capito che la riduzione dell'uso dei sacchetti di plastica può essere promossa con scelte altrettanto ecologiche anziché con balzelli dal sapore medievale.
Immagine di Lucia Borgonzoni - Link all'originale 

A nessuno piace sentirsi trattati da stupido da una legge lo obbliga a fare ciò che farebbe volentieri  per  senso di responsabilità civica se solo glielo chiedessero. Ma che siamo sostenitori del #boicottmarketbag o paladini difensori della Legge, con tutta questa polemica ci stiamo allontanando dal problema principale e - così come è già successo per i vaccini - anziché cercare soluzioni ci riversiamo nei social media dove ci schieriamo in fazioni e passiamo il tempo ad offenderci a vicenda.
Per cui smettiamola di fare il loro gioco, smettiamola con le offese, ma attiviamoci e chiediamo ai nostri supermercati di offrirci soluzioni alternative, oppure torniamo dal nostro caro vecchio fruttivendolo che ancora ci permette di usare la nostra borsa di tela.



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